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Contro le malattie croniche, una scorpacciata di frutta e verdura

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Contro le malattie croniche, una scorpacciata di frutta e verdura Empty Contro le malattie croniche, una scorpacciata di frutta e verdura

Messaggio  Dr.Morbius Dom Giu 29 2014, 16:45

Gli alimenti vegetali sono la chiave per prevenire le malattie croniche come il diabete e l’asma. Un nuovo studio mostra come le persone che seguono una dieta ricca di frutta, verdura e cereali abbiano meno probabilità di sviluppare malattie croniche anche gravi

Un buon apporto di frutta, verdura e cereali integrali nella dieta, secondo uno studio, previene molte delle malattie croniche.

Per mettersi al riparo dal rischio di sviluppare una qualche malattia cronica, come diabete, ipertensione, anemia, ipercolesterolemia, artrite, epatite, malattia coronarica, ictus, asma, fratture e tumori basta seguire una dieta equilibrata che favorisca l’apporto di frutta, verdura e cereali integrali. Ecco quanto scoperto da un nuovo largo studio pubblicato sulla rivista Clinical Nutrition.

La ricerca condotta a livello mondiale dall’Università di Adelaide (Australia), in collaborazione con università e organizzazioni sanitarie di Cina e Canada, ha esaminato il legame tra dieta e 11 malattie croniche. I risultati hanno mostrato che le persone che consumano una maggiore quantità di frutta e cereali integrali hanno in generale meno probabilità di sviluppare una qualsiasi malattia cronica. Nel caso questa fosse già presente, una dieta che preveda anche un elevato apporto di verdura aiuta a prevenire lo sviluppo di una seconda malattia cronica.
Secondo quanto emerso dallo studio, per ottenere i benefici e la protezione dalle malattie croniche sono bastati in media 57 grammi di frutta al giorno – una quantità relativamente piccola per gli standard australiani, commentano gli autori.

Lo studio ha posto l’accento non tanto sulle evidenze che dimostrano come una dieta corretta sia fondamentale nella prevenzione delle malattie, ma piuttosto su come una cattiva alimentazione sia collegata allo sviluppo di malattie croniche multiple, un fattore conosciuto come “multimorbidity”, o multimorbilità.
Per dimostrare questo, il dott. Zumin Shi dell’UA e colleghi hanno coinvolto oltre 1.000 soggetti, che sono stati seguiti per cinque anni.
«Abbiamo esaminato la transizione da una malattia a più patologie in associazione con la loro assunzione di cibo», ha spiegato il dott. Shi.
Nello studio sono anche stati presi in considerazione altri fattori di rischio che contribuiscono al rischio di malattie croniche, come il fumo o la mancanza di esercizio fisico. Per ottenere risultati più affidabili, questi fattori e le conseguenze sono stati isolati dal ruolo della nutrizione.

Un maggiore apporto di alimenti vegetali nella propria dieta è dunque salutare e preventivo di molte malattie. Largo dunque a frutta, verdura e cereali integrali come avena, mais, sorgo, segale, orzo, miglio, quinoa e non solo riso o frumento. Tutti questi, ricchi di fibre alimentari, hanno in particolare ridotto il rischio di malattie cardiovascolari, diabete e cancro del colon-retto.
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Contro le malattie croniche, una scorpacciata di frutta e verdura Empty Gli italiani si perdono i benefici dei flavonoidi per il cuore

Messaggio  Dr.Morbius Dom Giu 29 2014, 16:47

Un’indagine mette in luce l’importanza dei flavonoidi nella prevenzione cardiovascolare, ma gli italiani ne assumono pochi. I consigli degli esperti

Se ci teniamo alla salute del cuore è bene favorire una dieta che includa alimenti ricchi di sostanze antiossidanti e antinfiammatorie come, per esempio, i legumi

Un recente studio pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition suggerisce che una dieta ricca di flavonoidi può favorire la prevenzione delle malattie cardiovascolari e ridurre il rischio di morte.
Fin qui tutto bene, se non fosse che proprio noi italiani ci stiamo perdendo i benefici offerti da queste preziose sostanze antiossidanti perché seguiamo una dieta povera di questi elementi. Ecco quanto emerge da un’indagine dell’Osservatorio Nutrizionale Grana Padano.

Come accennato i flavonoidi sono sostanze chimiche naturali contenute in certi alimenti; in particolare frutta e verdura. Sono considerati dei potenti antiossidanti e antinfiammatori. Ricordiamo che dietro a malattie anche gravi come quelle dell’apparato cardiaco e vascolare, e il cancro, vi è spesso un problema di ossidazione e infiammazione. I flavonoidi dunque possono essere di aiuto proprio nella prevenzione di queste patologie.

Chiunque abbia a “cuore” la salute del cuore dovrebbe pertanto assumere alimenti che possano fornire il giusto quantitativo di queste sostanze benefiche. Ma gli italiani assumono regolarmente cibi che contengono flavonoidi e in che quantità? Questa è la domanda a cui hanno tentato di rispondere gli specialisti dell’Osservatorio Nutrizionale Grana Padano conducendo un’indagine su 7.645 soggetti (4.681 femmine e 2.964 maschi) di età superiore ai 18 anni. L’intento era di valutare il consumo medio pro-capite di flavonoidi.
Si è partiti tenendo presente che gli alimenti mediamente più ricchi di flavonoidi sono il tè, il vino rosso e la frutta (in particolare gli agrumi), e anche la verdura, l’olio (soprattutto d’oliva) e cioccolato.

Ecco i risultati dell’indagine
Il tè, per esempio, è consumato dal 30% circa della popolazione, con una prevalenza per il sesso femminile (32% verso il 25,5%). Maggiore è il consumo di caffè (80% della popolazione, senza differenza tra i sessi). Tuttavia è bene tenere presente che il contenuto di flavonoidi nel caffè è inferiore rispetto a quello del tè.

Il vino rosso è consumato dal 55% della popolazione, con prevalenza nel sesso maschile (65% vs il 48%). Per quanto concerne la frutta e in particolar modo gli agrumi, sono consumati dal 60% della popolazione. Tuttavia, le porzioni di frutta consumate sembrano essere inferiori rispetto a quelle consigliate dalle linee guida per una sana e corretta alimentazione; infatti, si è stimato che il consumo medio di frutta pro capite è di circa 250 g, mentre l’apporto consigliato è di 400 g (circa 3 frutti).

Ma i dati diventano critici quando si indaga sull’apporto di verdura: si stima infatti che il consumo medio pro capite sia di 175 g al giorno, lievemente superiore nelle donne. Secondo le linee guida per una sana e corretta alimentazione andrebbe consumata una porzione di verdura da almeno 200 g a ogni pasto – siamo pertanto al di sotto della media.
«Ancora una volta ci troviamo a ribadire l’importanza dei capisaldi della dieta mediterranea – ha commentato la dottoressa Michela Barichella, Presidente di Brain and Malnutrition Association e responsabile della Struttura Semplice di dietetica e Nutrizione Clinica ICP di Milano – Raccomandando il consumo di almeno una porzione di verdura a pasto e di circa tre frutti al giorno, preferendo sempre frutta e verdura crude, fresche e di stagione. È consentito un consumo moderato di vino rosso (circa un bicchiere al giorno), di caffè (due-tre tazzine al giorno) e soprattutto di tè. Anche in questo caso, la dieta mediterranea consente un adeguato apporto di flavonoidi, importanti per la prevenzione cardiovascolare».

«È accertato che un costante e alto apporto di vegetali al naturale e di frutta fresca riduce il rischio di malattie cardiovascolari e quindi dei gravi eventi a esse correlati: soprattutto infarto cardiaco e ictus cerebrale – interviene il prof. Sergio Coccheri, Professore di Malattie Cardiovascolari dell’Università di Bologna – Che questo effetto benefico sia da attribuire ai flavonoidi contenuti in frutta e verdura è verosimile, ma non ancora dimostrato nell’uomo: gli studi clinici hanno dato infatti risultati talora contrastanti. Questo anche perché si sono spesso ricercati soltanto effetti eclatanti come la riduzione della mortalità, che è influenzata da molti altri fattori».

I CONSIGLI DELL’OSSERVATORIO NUTRIZIONALE GRANA PADANO
I medici e gli esperti nutrizionisti dell’Osservatorio Nutrizionale Grana Padano offrono i loro consigli per garantire un adeguato apporto di flavonoidi con l’alimentazione di tutti i giorni.
- Consumare legumi il più spesso possibile, almeno due-tre volte la settimana, come alternativa al secondo piatto. Se tollerati, andrebbero consumati con la buccia, ricchissima di antiossidanti.
- Consumare almeno una porzione di verdura a pasto. Per rendere più varia e completa l’assunzione di antiossidanti, consumare verdure di diverso colore: verde scuro (spinaci, broccoli, bieta ecc.); bianco (come aglio e cipolla); giallo e arancione (peperone, carota, zucca) e rosso (pomodoro, anche cotto). Preferire le verdure crude e fresche, perché gli antiossidanti possono alterarsi o perdersi con la conservazione o le cotture.
- Consumare ogni giorno circa tre frutti, preferibilmente freschi e di stagione, sempre alternando i colori: bianco (mela, pera); giallo e arancione (albicocca, pesca, agrumi ecc.); rosso (fragole, cocomero ecc.), viola (prugne, mirtilli ecc.). Si consiglia di consumare la frutta con la buccia, ben lavata.
- Consumare oli vegetali crudi (soprattutto extra vergine d'oliva) al posto di grassi animali.
- Bere un bicchiere di vino al giorno, preferibilmente rosso.
- Consumare moderatamente tè e caffè (due-tre tazze al giorno), preferendo il tè.
- Utilizzare spezie ed erbe aromatiche per insaporire gli alimenti, poiché apportano antiossidanti e permettono di limitare l’uso di sale e condimenti grassi.

Insomma, se possiamo, cerchiamo di aumentare l’assunzione di tutti quei cibi che possono fornirci sostanze utili al mantenimento della salute.
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Contro le malattie croniche, una scorpacciata di frutta e verdura Empty Pistacchi contro pressione alta e stress

Messaggio  Dr.Morbius Dom Giu 29 2014, 16:50

I pistacchi possono contribuire a ridurre la pressione arteriosa e migliorare le risposte biologiche allo stress quotidiano

I pistacchi sono buoni e fanno bene alla salute

Pubblicato su Hypertension, la rivista della American Heart Association, uno studio rende ancora più attraenti i pistacchi – uno degli snack preferiti dagli italiani.
Sgranocchiare infatti questa gustosa frutta secca non è soltanto piacevole per il palato ma, secondo gli scienziati della Pennsylvania State University, può essere d’aiuto nel combattere le pressione alta e migliorare le risposte biologiche allo stress.

Per questo studio sugli effetti dei pistacchi sulla salute, i ricercatori hanno arruolato un gruppo di adulti che presentavano valori elevati di colesterolo.
Lo studio clinico era del tipo controllato e randomizzato e prevedeva la messa a confronto diete contenenti pistacchi e una dieta a basso contenuto di grassi (low-fat). I risultati mostrano che una dieta sana ed equilibrata integrata con pistacchi contribuisce a ridurre la pressione sanguigna sistolica, la resistenza vascolare periferica e la frequenza cardiaca nel corso di episodi di stress acuto. Le risposte cardiovascolari sono state misurate mentre i partecipanti erano impegnati in un difficile test di aritmetica mentale e poi ancora mentre immergevano i piedi in acqua fredda.

La dottoressa Sheila G. West, insieme a Penny M. Kris-Etherton e colleghi della PennState hanno esaminato il modo in cui diete contenenti pistacchi (42 g e 85 g) vs. una dieta low-fat senza pistacchi, influenzano le risposte allo stress in soggetti con elevato colesterolo LDL ma pressione arteriosa normale. Questo studio è il primo a mostrare che includere pistacchi sia salati sia non salati in una dieta sana contribuisce a ridurre la pressione arteriosa e il carico vascolare sul cuore.

«Lo studio presenta diversi elementi di interesse – sottolinea Giorgio Donegani, esperto in nutrizione ed educazione alimentare e Presidente di Food Education Italy – Conferma l’azione positiva dei pistacchi sulla regolazione della pressione sanguigna e, aspetto decisamente innovativo, dimostra che questo effetto è significativo anche nel caso in cui si consumino pistacchi salati. Inoltre sono molte le caratteristiche di composizione dei pistacchi che giustificano le loro proprietà: il buon contenuto di grassi “buoni” mono e polinsaturi, l’alta presenza di fibra, la quota significativa di antiossidanti e anche l’apporto di potassio e magnesio, capaci di bilanciare gli effetti del sodio».

I partecipanti allo studio erano uomini e donne sani, non-fumatori, con colesterolo LDL (comunemente considerato colesterolo “cattivo”) elevato ma pressione arteriosa normale. Tutti i pasti sono stati forniti e i livelli di calorie sono stati personalizzati per mantenere il peso corporeo. I pistacchi hanno sostituito altri alimenti nella dieta per impedire aumenti di peso. I volontari hanno seguito tre diete diverse: una dieta low-fat (25% di grassi) senza pistacchi, e due diete con diversi livelli di pistacchi (circa 42 g o 10% di calorie dai pistacchi e 85 g o 20% di calorie dai pistacchi). Le diete con pistacchi contenevano quantità più elevate di potassio, grassi “buoni” e proteine. Tutte le diete erano ricche di frutta, verdura, carni magre e cereali integrali, in linea con le attuali raccomandazioni dietetiche. I dati demografici e il piano dietetico sono stati pubblicati precedentemente*.

«Eventi quotidiani, quali lo stress da lavoro, una scadenza ravvicinata o dover parlare in pubblico fanno aumentare la pressione arteriosa, e sappiamo che è impossibile evitare tutti i fattori stressogeni nella nostra vita. Questi risultati sono significativi perché mostrano che le risposte fisiologiche allo stress sono influenzate dagli alimenti che consumiamo – spiega Sheila West Ph.D, Professore Associato di Salute Bio Comportamentale (BBH) e principale autrice dello studio – Questi cambiamenti nella pressione arteriosa si sono verificati anche se i livelli auto-riportati di umore, ansia e tensione erano invariati».

Il maggiore calo di pressione, -4,8 mm Hg, è stato associato al consumo di 42 g di pistacchi al giorno, vs. un risultato di -1,8 mm Hg con la dieta low-fat e di -2,4 mm Hg per un consumo di 85 g
di pistacchi al giorno. La dieta contenente 85 g di pistacchi ha prodotto un calo significativo della resistenza vascolare periferica, una misura di rigidità arteriosa e frequenza cardiaca vs. la dieta di controllo. Metà dei pistacchi sono stati serviti salati come snack e l’altra metà, non salati, sono stati incorporati in ricette. Dato interessante, anche se alte assunzioni di sodio sono tipicamente collegate con alta pressione arteriosa, il maggiore calo di pressione non è stato associato con la dieta a più basso contenuto di sodio. I pistacchi contengono potassio (8% RDA) e magnesio (8% RDA) che sono importanti per mantenere una pressione equilibrata.

«Questi risultati sono molto entusiasmanti, inoltre, perché dimostrano ulteriori benefici dei pistacchi su un altro fattore di rischio di malattie cardiovascolari – aggiunge Penny M. Kris-Etherton, Ph.D., R.D., Docente di Nutrizione e una delle principali ricercatrici nello studio – La nostra precedente ricerca suggerisce che l’inclusione di pistacchi in una dieta sana ed equilibrata riduce il colesterolo LDL in una modalità dose-risposta** e aumenta gli antiossidanti nel sangue».***

«Questa ricerca si aggiunge alla crescente mole di letteratura sui benefici dei pistacchi per la salute – sottolinea Constance J. Geiger, Ph.D., R.D., che lavora in qualità di consulente di ricerca nutrizionale presso American Pistachio Growers – La frutta secca, come i pistacchi, è un elemento importante di una dieta sana ed equilibrata».

Lo studio è stato supportato dalla Western Pistachio Association, adesso conosciuta come American Pistachio Growers, e in parte dal Centro di Ricerca Clinica Generale, sostenuto dal National Institutes of Health (NIH), presso la Pennsylvania State University. Lo studio è stato presentato per la prima volta nel 2007. E’ importante perché l’abbassamento della pressione del sangue potrebbe ridurre il rischio di ictus e malattie cardiache.

[lm&sdp]

Le informazioni nutrizionali dei pistacchi sulle confezioni
Negli ultimi anni la Food and Drug Administration (FDA) statunitense ha riconosciuto che la frutta secca, inclusi i pistacchi, potrebbe aiutare a ridurre il rischio di malattie cardiache se consumata come parte di una dieta povera di grassi saturi e colesterolo. Da allora, L’American Pistachio Growers si è impegnata a studiare sempre di più i benefici nutrizionali dei pistacchi e il loro impatto su altri problemi di salute che oggi colpiscono gli Americani.
All’inizio di quest’anno pistacchi selezionati, coltivati e commercializzati dai membri dell’American Pistachio Growers hanno ricevuto il marchio di certificazione “Heart Check” da parte dell’American Heart Association**** da apporre sulle confezioni e sui materiali promozionali.
Il marchio è utilizzato per i pistacchi sgusciati, sia tostati e salati che tostati e non salati e per i
pistacchi con il guscio, sia tostati e salati sia tostati e non salati. Tutta la frutta secca certificata, incluse le varietà salate, deve conformarsi ai criteri nutrizionali dell’American Heart Association che prevedono un limite di 140 mg o meno di sodio per porzione sull’etichetta nutrizionale.

Sui Pistacchi
I pistacchi sono uno snack naturalmente privo di colesterolo e di sodio e contengono appena 1,5 grammi di grassi saturi e 13 grammi di grassi per porzione, la maggior parte dei quali proveniente da grassi monoinsaturi e polinsaturi. Una porzione di circa 28 g di pistacchi (un’oncia) corrisponde a 49 pistacchi, che è il più alto numero di unità a porzione in confronto a qualsiasi altro tipo di frutta secca a guscio. Una porzione apporta tanto potassio (290 mg, 8%) quanto un’arancia (250 mg, 7%) e 3 grammi di fibre. Caratteristiche queste che fanno dei pistacchi uno snack nutriente e un ingrediente da inserire nelle diete.

American Pistachio Growers
E’ un’associazione commerciale di carattere agricolo formata da volontari che rappresenta i coltivatori di pistacchi, coloro che li lavorano e i partner del settore in California, Arizona e New Messico. Complessivamente questi stati costituiscono il 100% della produzione commerciale di pistacchio statunitense. Solo la California produce il 98% del totale con i suoi 245.000 acri sparsi in 22 contee. Qui ci sono 800 coltivatori di pistacchi e il valore netto di produzione annuo per la California è pari a 1,16 miliardi di dollari. Le aree d’azione principali dell’associazione sono: attività di ricerca sugli aspetti nutrizionali del pistacchio; gestione dei Public Affairs; sviluppo di nuovi prodotti; promozione delle proprietà benefiche per la salute dei pistacchi. Guidata da un consiglio di amministrazione di 18 persone, l’American Pistachio Grower si trova a Fresno, in California, e fornisce i servizi fondamentali per i coltivatori di pistacchi americani.
I pistacchi dell’American Pistachio Growers sono lo “Snack Ufficiale” di Miss California e della squadra di water polo statunitense sia maschile che femminile.
Per maggiori informazioni: www.AmericanPistachios.org


Riferimenti
*West SG, Gebaurer SK, Kay CD, Bagshaw DM, Savastano DM, Diefenbach C, Kris-Etherton P. “Diets Containing Pistachios Reduce Systolic Blood Pressure and Peripheral Vascular Responses to Stress in Adults with Dyslipidemia.” Hypertension. 4 Giugno 2012. [E-pub prima della stampa] doi:10.1161/HYPERTENSIONAHA.111.182147

**Gebauer SK, West SG, Kay CD, Alaupovic P, Bagshaw D, Kris-Etherton PM. “Effects of pistachios on cardiovascular disease risk factors and potential mechanisms of action: A dose-response study.” Amer J Clin Nutr. 2008;88:651–9.

***Kay CD, Gebauer SK, West SG, Kris-Etherton PM. “Pistachios increase serum antioxidants and lower serum oxidized-LDL in hypercholesterolemic adults.” J Nutr. 2010;140:1093-98.

****Tutta la frutta secca certificata, incluse le varietà salate, deve conformarsi ai criteri nutrizionali dell’American Heart Association che prevedono un limite di 140 mg o meno di sodio per porzione sull’etichetta nutrizionale. La Heart-Check Food Certification non si applica a ricerche o informazioni raggiunte attraverso hyperlinks, a meno che espressamente dichiarato. Per maggiori informazioni, vedere le linee guida nutrizionali dell’AHA su: heartcheckmark.org/guidelines.
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Contro le malattie croniche, una scorpacciata di frutta e verdura Empty Con il kiwi migliora l’umore e aumenta l’energia

Messaggio  Dr.Morbius Dom Giu 29 2014, 16:56

Un nuovo studio sostiene che mangiare due kiwi al giorno ha un effetto positivo sulla salute psico-fisica: migliora l’umore e dona più energia al corpo

Secondo un nuovo studio, il kiwi farebbe bene sia all'organismo che alla mente, donando un umore migliore e più energia fisica.

Ricercatori dell’Università di Otago a Christchurch (UOC) hanno condotto uno studio in cui si afferma che mangiare due kiwi al giorno fa bene all’umore e alla salute; in più dona una sferzata di energia al corpo.

Lo studio, condotto per osservare gli effetti sull’umore del frutto neozelandese, ha visto la partecipazione di un gruppo di 54 giovani sani che dovevano mangiare per 6 settimane o due kiwi al giorno o mezzo kiwi al giorno. I partecipanti sono stati selezionati in base alla propria dieta che, in questo caso, era contraddistinta dall’assunzione di poca frutta fresca, e i cui i livelli di vitamina C erano inferiori a quanto dovrebbero essere.

I risultati osservati al termine del periodo di studio, e pubblicati sulla rivista Journal of Nutritional Science, hanno mostrato che gli appartenenti al gruppo “due kiwi al giorno” avevano sperimentato meno sintomi depressivi e meno fatica fisica e mentale rispetto al gruppo “mezzo kiwi al giorno”. Oltre a ciò, gli appartenenti al primo gruppo hanno riferito di sentirsi più energici e più di buonumore.
Questi cambiamenti nell’umore e nei livelli di energia, secondo gli autori dello studio, possono essere correlati all’ottimizzazione della vitamina C assunta con la dose due kiwi: i kiwi sono infatti una fonte eccezionale di vitamina C.

Lo studio è stato condotto dalla prof.ssa Margreet Vissers e il suo team del Centro di Ricerca sui Radicali Liberi della UOC. I ricercatori sono attualmente coinvolti in un ampio studio per comprendere meglio il ruolo fondamentale della vitamina C nel corpo umano .
«I due kiwi al giorno hanno assicurato che i livelli di vitamina C del gruppo di studio fossero ottimali – spiega Vissers – e questo è stato necessario per osservare un effetto sull’umore e sull’energia. La quantità di vitamina C necessaria per questo è superiore alla dose attualmente raccomandata».

«Il nostro studio – aggiunge Vissers – fornisce una buona prova a sostegno della tesi che ci sono misurabili benefici per la salute che possono essere ottenuti dal mangiare una buona quantità di frutta e verdura al giorno. Per un miglior beneficio è importante includere cibi ad alto contenuto di vitamina C nella nostra dieta quotidiana».

Il ruolo della vitamina C è fondamentale in molti processi biochimici all’interno del corpo, sottolineano i ricercatori. Questa vitamina aiuta ad attivare un certo numero di enzimi nell’organismo che aumentano i livelli di energia metabolica e di diverse sostanze neurochimiche nel cervello: ciò significa che assumere maggiori quantità di vitamina C potrebbe ridurre la sensazione di fatica e aumentare l’energia fisica e mentale, ottenendo anche un effetto positivo sull’umore.
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Contro le malattie croniche, una scorpacciata di frutta e verdura Empty Con il Mango riduci gli zuccheri nel sangue e il rischio di cancro

Messaggio  Dr.Morbius Dom Giu 29 2014, 16:58

Le sostanze benefiche contenute nel frutto di mango hanno effetti positivi sulla glicemia e contribuiscono a ridurre l’infiammazione organica, anticamera di molte malattie e anche il cancro

Il Mango contiene delle sostanze che sono risultate utili nel controllo dei livelli di zuccheri nel sangue, o glicemia.

Il dolce frutto esotico, il Mango, è buono anche per il benessere dell’organismo grazie ai suoi componenti che sono risultati utili nel controllo degli zuccheri nel sangue (o glicemia) e nel ridurre l’infiammazione del corpo, noto fattore di rischio per numerose malattie, tra cui anche il cancro.
Tutto merito della fibra, le vitamine e i Sali minerali contenuti nel frutto – ma anche e soprattutto delle sostanze antiossidanti come i polifenoli.

Ma se è noto che la frutta è in generale un toccasana per il corpo, a puntare i riflettori sugli effetti dell’assunzione del Mango sulla salute sono stati i ricercatori della Oklahoma State University, coordinati dalla dottoressa Edralin Lucas, professore associato di Scienze Nutrizionali.
Il team di ricerca, per questo studio, ha reclutato 20 adulti obesi con un Indice di Massa Corporea (BMI) di 30Kg/m2. Di questi, 11 erano maschi e 9 femmine.

I partecipanti sono stati invitati ad assumere giornalmente, e per 12 settimane, 10 grammi di mango essiccato – che equivaleva a circa 100 grammi di frutto fresco.
Prima, durante e dopo il periodo di follow-up, sono state eseguite delle analisi per rilevare i livelli di zuccheri nel sangue. Al termine dello studio si è così potuto osservare come questi livelli fossero significativamente più bassi, rispetto al basale (ossia l’inizio dello studio). Non sono state riscontrate differenze tra i due generi sessuali.

A livello fisico, non sono stati riscontrati significativi cambiamenti in entrambi i sessi, tuttavia il BMI è aumentato significativamente nei soggetti femmina, a differenza dei maschi.
«I risultati di questo studio – spiega la dr.ssa Lucas – supportano quello che abbiamo imparato in un nostro recente studio su modello animale, che ha trovato che il mango migliora la glicemia nei topi nutriti con una dieta ricca di grassi. Anche se il meccanismo con cui il mango esercita i suoi effetti merita ulteriori indagini, sappiamo che contiene una miscela complessa di composti polifenolici. La ricerca ha dimostrato che molte altre piante e i loro composti polifenolici, come gli isoflavoni della soia, l’epigallocatechina gallato del tè verde , e le proantocianidine da semi d’uva, hanno un effetto positivo sul tessuto adiposo».

I risultati completi dello studio sono stati presentati, insieme a un’altra ricerca, al Federation of American Societies for Experimental Biology (FASEB) tenutosi a Boston dal 20 al 24 aprile 2013.
L’altro studio, condotto dalla dr.ssa Susanne Mertens-Talcott, Professore e Direttore di Ricerca, Institute for Obesity Research and Program Evaluation of Texas A ‘n’ M University, ha esaminato gli effetti dei polifenoli che si trovano nel mango fresco sulle cellule cancerose e non-cancerose del seno.

Lo studio, condotto in laboratorio su cellule in vitro, suggerisce che i polifenoli del mango potrebbero limitare la risposta infiammatoria nelle cellule del seno sia cancerose che non cancerose. Questi effetti rilevati nelle cellule in laboratorio dovranno essere valutati con ulteriori studi clinici condotti su pazienti umani. Tuttavia, i risultati sono promettenti e i ricercatori sono ottimisti circa i possibili buoni risultati.
Il Mango dunque si presenta come un frutto dalle molte, buone, qualità.
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