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LE PROPRIETÀ ANTIBATTERICHE DEL MIELE CONFERMATE DA UN NUOVO STUDIO

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Messaggio  Dr.Morbius Mar Mar 18 2014, 17:34

Miele, il dolce che gioca duro contro i batteri resistenti

Dal dolce nettare una promessa nella battaglia contro le infezioni da batteri resistenti agli antibiotici e un’alternativa naturale alle infezioni in genere. Le nuove scoperte degli scienziati

Il miele è stato trovato essere una buona alternativa agli antibiotici di sintesi che, in ormai molti casi, non sono più in grado di cobattere i batteri resistenti. Foto: ©photoxpress.com/Maria Brzostowska

Amato da molti come dolcificante e quale alternativa più sana dello zucchero bianco, il miele non è solo un alimento gustoso ma è anche ricco di virtù salutari, grazie ai suoi elementi come vitamine (A, E, K, C, complesso B), Sali minerali tra cui ferro, rame, manganese, iodio, silicio, cromo. Altri elementi importanti sono per esempio gli enzimi e le sostanze battericide. E proprio queste ultime sono state oggetto di un nuovo studio i cui risultati sono stati presentati durante il 247th National Meeting of the American Chemical Society (ACS), che si tiene dal 16 al 20 marso 2014 a Dallas, in Texas.

Il miele dunque non solo come dolcificante o alimento prelibato, ma anche e soprattutto come risposta alla crescente resistenza agli antibiotici da parte di una sempre più nutrita schiera di agguerriti batteri patogeni.
La dott.ssa Susan M. Meschwitz e colleghi della Salve Regina University di Newport hanno scoperto che il miele è in grado di affrontare efficacemente e in diversi modi le infezioni batteriche.

«La proprietà unica del miele – ha spiegato la dott.ssa Meschwitz – risiede nella sua capacità di combattere le infezioni su più livelli, rendendo più difficile per i batteri sviluppare una resistenza. Ovvero, utilizza una combinazione di armi, tra perossido di idrogeno, acidità, effetto osmotico, un’alta concentrazione di zuccheri e polifenoli che uccidono attivamente cellule batteriche».
L’effetto osmotico, spiegano i ricercatori, è il risultato della elevata concentrazione di zuccheri nel miele. Questo fattore richiama l’acqua dalle cellule batteriche, conducendole alla disidratazione e di conseguenza uccidendole.

Ma il miele non si ferma qui, dimostrando proprio come affermato dalla ricercatrice che agisce su più fronti. Un’arma di resistenza dei batteri è infatti anche la formazione di un biofilm che li protegge dagli attacchi dei farmaci antibiotici. Ebbene, come dimostrato anche da diversi studi, il miele inibisce la formazione di questo biofilm.
«Il miele può anche interrompere il quorum sensing, che indebolisce la virulenza batterica, rendendo i batteri più sensibili agli antibiotici convenzionali», ha sottolineato Meschwitz.
Per quorum sensing, s’intende il modo in cui i batteri comunicano fra loro, e si organizzano per dare vita alla formazione di biofilm. Gli scienziati fanno notare che in alcuni batteri questo sistema di comunicazione controlla anche il rilascio di tossine, che influisce sulla patogenicità dei batteri, o la loro capacità di infettare un organismo.

La dott.ssa Meschwitz ha inoltre spiegato che il miele si differenzia dagli antibiotici di sintesi nella lotta ai batteri perché, a differenza dei primi, non attacca i processi di crescita essenziali dei batteri. Questo approccio, che è alla base del meccanismo d’azione degli antibiotici convenzionali, è fondamentalmente uno dei responsabili della resistenza ai farmaci da parte degli agenti patogeni.
Secondo Meschwitz, il miele è efficace perché è ricco di antiossidanti, come i polifenoli, tra cui acidi fenolici, acido caffeico, acido p-cumarico e acido ellagico, così come molti flavonoidi.
«Diversi studi hanno dimostrato una correlazione tra il non-perossido antimicrobico e l’attività antiossidante di miele e la presenza di composti fenolici nel miele – ha aggiunto Meschwitz – Abbiamo eseguito i test standard sugli antiossidanti del miele per misurare il livello di attività antiossidante. Abbiamo separato e identificato i vari composti polifenoli antiossidanti. Nei nostri studi antibatterici, abbiamo testato l’attività del miele nei confronti di E. coli, Staphylococcus aureus e Pseudomonas aeruginosa, tra gli altri».

Infine, l’autrice dello studio ha ricordato che un gran numero test in laboratorio e studi clinici hanno confermato l’ampio spettro antibatterico, antimicotico e antivirale di miele.
Insomma, il miele è sì dolce, ma quando il gioco si fa duro anch’esso inizia a giocare duro.
Dr.Morbius
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Messaggio  Lactobacillus Dom Giu 29 2014, 15:56

Dal dolce nettare una promessa nella battaglia contro le infezioni da batteri resistenti agli antibiotici e un’alternativa naturale alle infezioni in genere. Le nuove scoperte degli scienziati

Il miele è stato trovato essere una buona alternativa agli antibiotici di sintesi che, in ormai molti casi, non sono più in grado di combattere i batteri resistenti.

Amato da molti come dolcificante e quale alternativa più sana dello zucchero bianco, il miele non è solo un alimento gustoso ma è anche ricco di virtù salutari, grazie ai suoi elementi come vitamine (A, E, K, C, complesso B), Sali minerali tra cui ferro, rame, manganese, iodio, silicio, cromo. Altri elementi importanti sono per esempio gli enzimi e le sostanze battericide. E proprio queste ultime sono state oggetto di un nuovo studio i cui risultati sono stati presentati durante il 247th National Meeting of the American Chemical Society (ACS), che si tiene dal 16 al 20 marso 2014 a Dallas, in Texas.

Il miele dunque non solo come dolcificante o alimento prelibato, ma anche e soprattutto come risposta alla crescente resistenza agli antibiotici da parte di una sempre più nutrita schiera di agguerriti batteri patogeni.
La dott.ssa Susan M. Meschwitz e colleghi della Salve Regina University di Newport hanno scoperto che il miele è in grado di affrontare efficacemente e in diversi modi le infezioni batteriche.

«La proprietà unica del miele – ha spiegato la dott.ssa Meschwitz – risiede nella sua capacità di combattere le infezioni su più livelli, rendendo più difficile per i batteri sviluppare una resistenza. Ovvero, utilizza una combinazione di armi, tra perossido di idrogeno, acidità, effetto osmotico, un’alta concentrazione di zuccheri e polifenoli che uccidono attivamente cellule batteriche».
L’effetto osmotico, spiegano i ricercatori, è il risultato della elevata concentrazione di zuccheri nel miele. Questo fattore richiama l’acqua dalle cellule batteriche, conducendole alla disidratazione e di conseguenza uccidendole.

Ma il miele non si ferma qui, dimostrando proprio come affermato dalla ricercatrice che agisce su più fronti. Un’arma di resistenza dei batteri è infatti anche la formazione di un biofilm che li protegge dagli attacchi dei farmaci antibiotici. Ebbene, come dimostrato anche da diversi studi, il miele inibisce la formazione di questo biofilm.
«Il miele può anche interrompere il quorum sensing, che indebolisce la virulenza batterica, rendendo i batteri più sensibili agli antibiotici convenzionali», ha sottolineato Meschwitz.
Per quorum sensing, s’intende il modo in cui i batteri comunicano fra loro, e si organizzano per dare vita alla formazione di biofilm. Gli scienziati fanno notare che in alcuni batteri questo sistema di comunicazione controlla anche il rilascio di tossine, che influisce sulla patogenicità dei batteri, o la loro capacità di infettare un organismo.

La dott.ssa Meschwitz ha inoltre spiegato che il miele si differenzia dagli antibiotici di sintesi nella lotta ai batteri perché, a differenza dei primi, non attacca i processi di crescita essenziali dei batteri. Questo approccio, che è alla base del meccanismo d’azione degli antibiotici convenzionali, è fondamentalmente uno dei responsabili della resistenza ai farmaci da parte degli agenti patogeni.
Secondo Meschwitz, il miele è efficace perché è ricco di antiossidanti, come i polifenoli, tra cui acidi fenolici, acido caffeico, acido p-cumarico e acido ellagico, così come molti flavonoidi.
«Diversi studi hanno dimostrato una correlazione tra il non-perossido antimicrobico e l’attività antiossidante di miele e la presenza di composti fenolici nel miele – ha aggiunto Meschwitz – Abbiamo eseguito i test standard sugli antiossidanti del miele per misurare il livello di attività antiossidante. Abbiamo separato e identificato i vari composti polifenoli antiossidanti. Nei nostri studi antibatterici, abbiamo testato l’attività del miele nei confronti di E. coli, Staphylococcus aureus e Pseudomonas aeruginosa, tra gli altri».

Infine, l’autrice dello studio ha ricordato che un gran numero test in laboratorio e studi clinici hanno confermato l’ampio spettro antibatterico, antimicotico e antivirale di miele.
Insomma, il miele è sì dolce, ma quando il gioco si fa duro anch’esso inizia a giocare duro.
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LE PROPRIETÀ ANTIBATTERICHE DEL MIELE CONFERMATE DA UN NUOVO STUDIO Empty Il miele può fermare la crescita delle cellule tumorali

Messaggio  Lactobacillus Dom Giu 29 2014, 15:57

Il miele di Manuka è risultato efficace nel trattamento del cancro, riuscendo a inibire la crescita di diversi tipi di cellule tumorali: tra questi il cancro del seno, della pelle, del colon. Lo studio

Il miele di Manuka è stato trovato essere attivo contro le cellule tumorali di diversi tipi di cancro.
Un essere “duro” che, in questo caso, è bene accetto, visto che ne beneficiamo noi e la nostra salute.

Un nuovo studio che ha visto come protagonista il miele di Manuka – un tipo di miele tipico della Nuova Zelanda già noto per le sue proprietà curative, cicatrizzanti e antibatteriche – oggi pone l’accento sulle sue proprietà nell’inibire la crescita dei tumori. Diversi sono i tipi di cancro contro cui il miele sarebbe attivo, tra questi quello del seno, della pelle e del colon.

Lo studio in questione, pubblicato su PLoS ONE, è stato condotto da un team di ricercatori dell’Università degli Emirati Arabi Uniti, i quali ritengono che questa sia una scoperta innovativa che, oltre a ciò, fornisce una forte evidenza scientifica.
Il dottor Basel K. Al Ramadi, professore e presidente del Dipartimento di Microbiologia e Immunologia Medica, e colleghi del Collegio di Scienze Medicina e Salute presso l’Università degli Emirati Arabi Uniti (UAEU), hanno dimostrato come il miele di Manuka fosse attivo contro tre diversi tipi di cellule tumorali già a basse dosi (circa lo 0,6%) fermandone le crescita.
Ma non solo, lo studio ha anche messo in evidenza come le proprietà del miele possedessero il potenziale di ridurre gli effetti tossici collaterali associati al trattamento con chemioterapia nei pazienti affetti da cancro.

Lo studio si è soffermato in particolare sullo scoprire quali fossero le basi molecolari dell’attività anticancro del miele di Manuka. A motivo di ciò sono stati molti gli esperimenti che gli scienziati hanno condotto. Lo studio stesso è durato cinque anni.
I risultati hanno però dato ragione ai ricercatori, i quali sottolineano come abbiano potuto dimostrare in modo inconfutabile che il miele agisce direttamente inducendo la morte cellulare programmata nelle cellule tumorali, detta apoptosi.

L’apoptosi, spiegano i ricercatori, è un processo fisiologico naturale. Viene utilizzato dall’organismo al fine di bilanciare l’esigenza di generare nuove cellule con l’eliminazione delle cellule vecchie indesiderate. Si tratta di un processo delicato e soggetto a precise regole, altrimenti si rischia un disequilibrio.
«Se così non fosse – sottolinea Al Ramadi nella nota UAEU – un’eccessiva apoptosi provocherebbe l’atrofia dei tessuti, mentre un’insufficiente apoptosi porterebbe alla proliferazione incontrollata delle cellule, come avviene per esempio nel caso del cancro».
Il miele di Manuka, fanno ancora notare i ricercatori, si comporta allo stesso modo di quanto avviene durante il processo fisiologico del corpo umano, messo in atto per mantenere un numero equilibrato di cellule, in particolare di cellule sane.

I successi ottenuti non solo su cellule cancerose umane, ma anche di tumori animali, fanno ben sperare i ricercatori che vedono in questo numerose potenzialità nello sviluppo di nuovi trattamenti contro alcuni tipi di cancro.
Coautori dello studio sono stati i dottori Maria J. Fernandez-Cabezudo, Rkia El-Kharrag, Fawaz Torab, Ghada Bashir, Junu A. George, Hakam El-Taji.
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