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Il più grande studio mai condotto collega consumo di frutta secca a una riduzione del 20% della mortalità

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Messaggio  Diamante Rosa Mer Nov 27 2013, 18:32

Il più grande studio mai condotto collega consumo di frutta secca a una riduzione del 20% della mortalità

La frutta secca come i pistacchi è stata trovata essere una sorta di elisir di lunga vita

Noci e compagne elisir di lunga vita. Nel più grande studio del suo genere mai condotto è risultato che le persone che hanno mangiato una manciata di frutta secca ogni giorno hanno significative minori probabilità di morire per tutte le cause

E’ durato ben trent’anni uno dei più grandi studi del suo genere mai condotti, e pubblicato sul New England Journal of Medicine, che incorona la frutta secca (o a guscio) come un vero e proprio elisir di lunga vita. Secondo quanto emerso, infatti, le persone che hanno mangiato una manciata di frutta secca ogni giorno avevano il 20% in meno di probabilità di morire per qualsiasi causa.

A condurre lo studio sono stati i ricercatori del Dana-Farber Cancer Institute, del Brigham and Women’s Hospital e della Harvard School of Public Health, i quali hanno scoperto che tra i numerosi vantaggi offerti dal mangiare frutta secca a guscio vi era anche quello di non mettere su peso, come da molti creduto. Ma il risultato più rilevante, come accennato, è stato quello sull’aspettativa di vita.
«Il vantaggio più evidente è stata una riduzione del 29% delle morti per malattia di cuore (il big killer numero uno) – ha spiegato il prof. Charles S. Fuchs, direttore del Gastrointestinal Cancer Center al Dana-Farber e autore senior – Ma abbiamo anche visto una significativa riduzione dell’11% del rischio di morire di cancro».

Quello che è apparso evidente ai ricercatori è che non vi era un tipo di frutta secca che mostrava maggiori vantaggi rispetto a un altro: l’effetto protettivo non è stato infatti determinabile e sia noci che mandorle, nocciole, anacardi, noci del Brasile, noci macadamia, noci pecan, pistacchi, arachidi e pinoli hanno mostrato tutti di avere più o meno le stesse proprietà benefiche.
Già diversi studi precedenti avevano trovato un’associazione tra l’aumento del consumo di frutta secca e un minor rischio di malattie come quelle cardiache, il diabete di tipo 2, il cancro del colon, i calcoli biliari e la diverticolite. Ma non solo: un maggiore consumo di frutta secca è stato altresì collegato a una riduzione dei livelli di colesterolo, dello stress ossidativo, dell’infiammazione, dell’adiposità (il grasso) e dell’insulino-resistenza.

Per questo largo studio gli scienziati hanno utilizzato i grandi database provenienti da due ben noti studi osservazionali in corso, e che raccolgono dati sulla dieta e altri fattori di stile di vita e diversi risultati di salute. Nello specifico, il “Nurses’ Health Study” ha fornito dati su 76.464 donne raccolti tra il 1980 e il 2010, e il “Health Professionals’ Follow-up Study” ha raccolto dati su 42.498 uomini tra il 1986 e il 2010.
Tutti i partecipanti agli studi hanno compilato ogni 2-4 anni dettagliati questionari riguardanti la dieta. Insieme a ogni questionario alimentare ai partecipanti è stato chiesto di valutare quanto spesso hanno consumato frutta secca in porzioni da poco più di 18 g, equivalenti a un tipico piccolo pacchetto di noccioline.

Per mezzo di sofisticati metodi di analisi dei dati sono stati eliminati possibili fattori confondenti e che possono aver rappresentato altrimenti benefici in termini di ridotta mortalità. Per esempio, i ricercatori hanno scoperto che le persone che mangiavano più frutta a guscio erano più magre, meno propense a fumare e più inclini a praticare attività fisica. Queste stesse persone utilizzavano integratori multivitaminici, consumavano più frutta e verdura.
Al termine sella scrematura si è così stati in grado di isolare l’associazione tra il consumo di frutta secca e la mortalità, indipendentemente da questi altri fattori.

«In tutte queste analisi, le persone che hanno mangiato più frutta secca era meno probabile che morissero durante il periodo di follow-up durato 30 anni», ha dichiarato il dottor Ying Bao del Brigham and Women’s Hospital e primo autore del rapporto.
I dati hanno in particolare rivelato che coloro che mangiavano frutta secca meno di una volta a settimana avevano una riduzione del rischio di morte del 7%; coloro che mangiavano la frutta secca almeno una volta a settimana avevano una riduzione dell’11%; nel caso di 5 o 6 volte a settimana, vi era una riduzione del 15% e infine nel caso di 7 o più volte a settimana la riduzione del rischio di morte arrivava al 20%.

Sebbene lo studio non abbia dimostrato una relazione di causa/effetto, gli autori ritengono i risultati fortemente coerenti con «una ricchezza di dati di studi osservazionali e clinici esistenti a sostegno dei benefici per la salute del consumo di frutta secca su molte malattie croniche».
Che dire di più?
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