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Peso sotto controllo per evitare che l'acne peggiori Quanto contano geni e abitudini nella comparsa dei brufoli

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Messaggio  Dr.Morbius Mar Mar 27 2012, 10:52

CURA DELLA PELLE

Se i genitori da giovani sono stati alle prese con i brufoli, è probabile che anche i figli dovranno fare i conti con lo stesso problema. Ma pure i chili di troppo o quello che si porta in tavola incidono sul rischio di ritrovarsi con il viso butterato: lo dimostra uno studio del Centro Studi Gised (Gruppo Italiano Studi Epidemiologici in Dermatologia) condotto per capire quali siano i fattori che favoriscono l'evoluzione dell'acne verso un livello moderato-grave. Perché, se durante l'adolescenza punti neri e brufoletti sono quasi inevitabili, la loro trasformazione in pustole, papule o addirittura in cisti che possono lasciare cicatrici permanenti dipende da geni e comportamenti. L'indagine ha coinvolto 500 fra persone sane o con acne lieve e persone con acne moderata e grave, focalizzandosi su adolescenti e giovani adulti di età inferiore ai 24 anni. Luigi Naldi, direttore del Centro Studi Gised e coordinatore dello studio, spiega: «Non sappiamo quali siano i geni coinvolti, ma l'ereditarietà ha un grosso peso: se i genitori hanno avuto l'acne occorre essere più incisivi nelle cure, perché la probabilità che il figlio sviluppi un'acne grave è più che triplicata.
Scagionato invece il fumo, che sembra non proteggere dall'acne né accentuare il problema. Ma i dati più interessanti riguardano lo stile di vita: essere sovrappeso od obesi, ad esempio, si associa a un'acne peggiore. Il tessuto adiposo infatti manda in circolo fattori che favoriscono l'infiammazione, per cui chi ha qualche chilo di troppo si ritrova più spesso con le manifestazioni tipiche di un'acne avanzata, ovvero pelle arrossata e un maggior numero di pustole». Per avere una pelle senza acne è molto utile quindi mantenere il peso forma e anche ridurre il consumo di latte, visto che berne più di tre porzioni alla settimana aumenta di circa l'80% il rischio di acne moderata-grave. «L'associazione si ha soprattutto con il latte scremato o parzialmente scremato — riferisce Naldi —. Nel latte si trovano proteine come la alfa-lattoalbumina, con caratteristiche simili agli androgeni (ormoni che facilitano l'acne), e la somatomedina, che induce la produzione di sebo: quando al prodotto vengono tolti i grassi aumenta la quota relativa di proteine presenti, a parità di quantità, e questo rende il latte sgrassato più "pericoloso". Analogamente, scremare il latte accresce la quantità relativa di zuccheri, e questi a loro volta favoriscono la produzione di somatomedina da parte del nostro organismo».

La buona notizia è che cioccolata e patatine fritte non sembrano avere effetti negativi. Ed esistono alimenti protettivi: il consumo abituale di pesce riduce di circa il 30% la probabilità di acne. «È possibile che i grassi "buoni" del pesce aiutino a riequilibrare i fattori infiammatori. Di certo la dieta influenza l'acne, malattia tipica dei Paesi occidentali sedentari e sovrappeso: acquisire buone abitudini serve perciò a scongiurare che i piccoli brufoli che ineluttabilmente, o quasi, accompagnano il "boom ormonale" dell'adolescenza si trasformino in pustole e cisti più difficili da mandar via. Se però i brufoli si infiammano non bisogna insistere con il fai da te, ma chiedere consiglio al dermatologo» conclude Naldi.
Dr.Morbius
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